Si è aperto un interessante dibattito ripreso da alcuni media sugli effetti prodotti dallo svolgimento delle attività lavorative in modalità Smart Working a cura di dipendente pubblici e privati, con l’intervento anche di alcuni noti assicuratori.
Il tema riguarda il concetto ampio della sicurezza.
Se infatti lo Smart Working nasce per tutelare principalmente dal contagio i dipendenti, quindi la sicurezza intesa come salute, esistono però una serie di problematiche concrete di sicurezza intesa come protezione di dati sensibili.
Le linee private che i dipendenti usano a casa per continuare a svolgere il proprio lavoro sono meno protette rispetto a quelle in uso nei Comuni e nelle aziende e quindi il rischio di furto di dati sensibili è crescente. Il rischio si estende anche a tutti i dati del dipendente e della propria famiglia come profili social, conto corrente, foto, video contenuti nel computer personale dell’impiegato o del dirigente.
Non esiste una normativa che riguardi l’uso di strumenti propri a casa per fini lavorativi come la stessa linea dati, il pc, le stampanti, in assenza dell’affidamento di strumenti da parte della parte datoriale e questo è un altro tema primario così come quello di eventuali infortuni, compreso il contagio da Covid-19 che è equiparato al lavoro in presenza, e poi i documenti di valutazione dei rischi, la privacy ecc
Per fare chiarezza su questo ed altri interrogativi che emergono da queste considerazioni i consulenti Mediass sono disponibili presso la filiale di Jesi, per proporre sia ai dipendenti che alle aziende ed enti pubblici le necessarie informazioni per ottenere la copertura assicurativa adatta alle specifiche esigenze