L’incendio scoppiato nella notte da martedì 15 e mercoledì 16 settembre al porto di Ancona ha sollevato una nube di fumo nero sulla città ma potrebbe sollevare anche un polverone di ricorsi per danni.
A livello assicurativo, al di là del danno per incendio diretto al capannone e relativo contenuto, si prefigurano problemi di ricorso contro terzi per danni ad altre cose e forse a persone, anche se fortunatamente non ci sono vittime, e soprattutto problematiche serie di responsabilità civile ambientale, argomento poco conosciuto ma potenzialmente devastante.
La maggior parte delle aziende si tutela dai rischi derivanti da danni ambientali semplicemente dotando la propria polizza di Responsabilità Civile Generale di un’estensione all’inquinamento cosiddetto accidentale.
Questo tipo di copertura è molto ridotto perché di frequente, in caso di sinistro, non risulta operante poiché il concetto di inquinamento “accidentale” non è definito né facilmente interpretabile, quindi non c’è certezza circa i termini di operatività della copertura prestata. Per questo è sempre consigliabile offrire una copertura completa sia per la Responsabilità Civile sia per la Responsabilità Ambientale che protegge il patrimonio aziendale sempre considerando che l’azienda che inquina è tenuta per legge a sostenere tutte le spese di bonifica e ripristino ambientale: ecco perché è fondamentale che ogni azienda sia consapevole dei propri rischi.