Cantarini, intermediario di broker: «Meno del 4% di incremento dei costi, al di sotto dell’attuale tasso di inflazione. La concorrenza in questo settore è reale»
ANCONA – Proprio non ci sta il comparto assicurativo a passare da speculatore e, di fronte alla percezione più mediatica che reale degli aumenti dei premi per l’Rc Auto, arrivano i dati a suffragare quanto rimarcato da più parti.
«I dati Ivass, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, dati ufficiali ed incontestabili – spiega Nicolas Cantarini, intermediario di broker – riportano un rincaro dei prezzi nel primo trimestre 2023 del 4%, quindi al di sotto del tasso d’inflazione accertato ma che viene rimarcato fin troppo negativamente con il maldestro tentativo di spaventare i consumatori e di mettere in cattiva luce la categoria». L’incremento, sempre secondo i dati ufficiali, è generalizzato in tutto il paese con le province marchigiane in media, lontano dal picco dell’aumento del 6% riscontrato a Roma.
«Occorre ricordare – aggiunge Cantarini – che abbiamo vissuto un 2022 fortemente caratterizzato dall’aumento dei prezzi per l’energia, i carburanti, i trasporti con percentuali ben differenti e oltre le due cifre che hanno costretto a ritoccare al rialzo i costi di tutta la ricambistica facendo lievitare i costi dei risarcimenti».
Analizzando il trend nel medio periodo, e spingendosi anche al periodo pre-Covid appare chiaro comunque «che siamo di fronte ad un prezzo medio nettamente inferiore al 2019 e già di base questo è un fatto eccezionale rispetto al mercato».
«A mio parere – conclude l’intermediario di broker jesino – il bicchiere andrebbe dunque percepito come mezzo pieno e le Compagnie ringraziate per il senso di responsabilità che il mondo assicurativo sta ancora una volta dimostrando confermandosi uno dei pochi mercati in Italia nei quali la concorrenza funziona davvero e per cui i prezzi rimangono calmierati con evidenti vantaggi soprattutto per i consumatori».
27 luglio 2023